Inizia così il resconto delle gesta di Luigi Rizzo e Giuseppe Aonzo al comando dei MAS 15 e MAS 21 , che affondarono la corazzata austro ungarica Santo Stefano ( Szent Istvàn ) diretta verso il Canale d' Otranto.
In una "notte illune" l' Impresa fu compiuta.
La missione di Rizzo era quella di portarsi nelle acque tra Guiza e il banco di Selve e rimanere in agguato fino all'alba.
I MAS furono lasciati nel punto stabilito dalle torpediniere che rimasero in crociera.
Dopo ore di attesa, Rizzo, guardò verso poppa e vide all'orizzonte una nuvola di fumo...era la Santo Stefano.
L'attesa aveva dato i suoi frutti!
E per non "perdere la ciccia", approfittò dell'incerta luce dell'alba e della stanchezza della vigilanza nemica e con il MAS 21 invertì la rotta, dirigendo contro il nemico a velocità minima per evitare che i baffi d'acqua a prua li segnalassero alle vedette.
Fu Destino?
"L'incontro delle navi austriache con i nostri MAS nelle acque di Premuda, fa pensare alla prodigiosa attività del Caso..." scrive lo stesso Rizzo, ma certo che il Caso si unì alla tempra di un uomo che, come disse il Duce, sapeva "Osare l'Inosabile"...
Due uomini Audaci, che agirono con lucidità e e misurato sprezzo del pericolo.
#nessunoenessuno
(passi tratti da: " Le audaci imprese dei M.A.S. " - Ettore Bravetta )
Luigi Rizzo MAS 21
Santo Stefano
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