sabato 31 maggio 2014

Ho guardato

Ho guardato un Sogno dalla Finestra
non era così diverso da come l'avevo in Testa.
Il Sogno si avvicinava e all'improvviso bussava.
Aprivo senza timore,
sentivo suggerire il mio Cuore.
I Passi erano sicuri e il Sogno toglieva la sua Veste.
Muto, resto Fermo.
L'Ammiravo.
E il Sogno mi portava Fuori.
La Verità.


#nessunoenessuno
                               






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La Canzone della Regina

Trenta cannoni cantano insieme
volti anneriti, mani bruciate.
Il Capitano salta nel Sangue,
Sulle sartìe volano gli Uomini.
Fumo di Guerra si addensa imperioso.
Stella del Cielo scendi a Rapire.
Occhi di Vetro tagliano il Cuore.
Buio della Gabbia.
Mare Nemico.


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Sudamerica

Mi accompagnasti,
per quel Viaggio.
Per la Terra,
dove l'acqua è calda
e gli uccelli colorati.


#nessunoenessuno


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venerdì 30 maggio 2014

Canto di Ulisse

Il Mare mi parlava di Te,
Onde increspate bisbigliavano sussurri.
Parole, dolci come spuma.
il Sole rifletteva il Suono,
Un Urlo d'Amore.
I gabbiani fermarono il volo
per udire il Grido.
Le Sirene smisero di Cantare,
tanto soave la Melodia.
Le Navi che solcavano le Onde
diressero le Polene verso la Voce.
Parlava di Te,
il Mare.


                                                             
  #nessunoenessuno



" Ulisse nella Terra di Nessuno " - Leonardo Roperti



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giovedì 29 maggio 2014

THE RED QUEEN - 4



…Un cenno della mano della Maestra della Casa riportò l’ordine in quel nugolo scomposto e frusciante.

Si disposero in fila, una teoria di donne, ieratiche, ognuna recante in mano un oggetto coperto da un panno di lucido tessuto cangiante con lunghe frange che dondolavano riflettendo la luce.
Lady Muireann scivolò rapida fuori del letto tenendo il pugnale saldo tra le mani. Le piaceva sentire il metallo che si scaldava a contatto col suo tocco, che diventava vivo … e la superficie levigata degli smeraldi che ne arricchivano l’impugnatura.
Si fermò accanto alla donna e la guardò quasi ad interrogarla. L’ alta figura vestita di verde sorrise e diede ordine di avvicinarsi a quella strana processione.
Una ad una le donne, dalla più giovane alla più anziana, si avvicinarono e cominciarono a svelare gli oggetti.
Dove la forma nascosta era più morbida si indovinava un panno, o un tessuto. E dove assumeva strane forme irregolari poteva essere nascosto uno scrigno, un libro, un gioiello o chissà quale pazzesca cosa proveniente da quel mondo irreale.
Questi erano in pensieri che si sovrapponevano nella mente di Muireann che guardava impaziente come quando nel “ Recinto”, bambina, le veniva recato un dono periodico della sua misteriosissima Madre.
La giovanissima donna che si inchinò a lei per prima sollevò delicatamente la stoffa preziose che copriva ciò che recava : ai suoi occhi apparve un tessuto ricamato di fili d’argento. Il tempo di avvicinare la mano per saggiarne la consistenza e la giovanetta dagli occhi d’oro, con un sorriso allegro, lo svolse mostrandole fiera un abito di aspetto regale che subito dopo depose con cura sulle lenzuola che Muireann aveva arrotolato di fretta mentre scendeva completamente nuda dal letto.
In quel momento si accorse di non indossare nulla, e per istinto prese l’abito e lo indossò.
La Maestra della Casa fece un cenno di approvazione con il capo mentre con la mano invitava l’altra fanciulla ad avvicinarsi.
La giovane si fermò a due passi da loro e fu la Maestra ad alzare il panno che copriva il secondo oggetto e ad aprirlo con un gesto deciso davanti a Muireann, ruotando su se stessa per poi mostrarlo a tutte. 
Era un mantello rosso, pesante, con una grande balza ricamata. Muireann notò che il ricamo era incompleto…ma fu distratta dal mormorio di approvazione delle donne …Poi la Maestra parlò : “ Muireann, figlia della Madre, sei qui perché questo è stato deciso. Ma non rimarrai tra noi a lungo. Il tempo di una Generazione. Per allora avrai dovuto imparare tutto. Vieni.” E le poggiò il mantello sopra le spalle.
Muireann sorpresa dal sentir pronunciare parole nella sua lingua da quella voce acuta e soave al tempo stesso, dimenticò le curiosità, gli altri oggetti ancora velati, le domande che voleva rivolgerle e si apprestò a seguirla mentre la Maestra, sfiorando il pavimento, era già sulla soglia della grande vetrata che attraverso un arco decorato con scene di caccia conduceva in uno spazio aperto.
Le chiese : “ Parli la mia lingua…come è possibile?”
La Maestra rispose : “ Qui tutto è possibile. Quando sarai andata via, l’avrò dimenticata. Seguimi.”
Muireann mosse un passo e osservò : “ Non ho scarpe…”
“ Ancora non sei pronta per averne” le disse sorridendo la Maestra “ ci sarà il giorno in cui ne avrai per percorrere grandi distanze”.
Fece cenno alla Decana della Casa di far ritirare le donne con i doni sussurrandole qualcosa nel loro idioma. La Decana esitò e provò a parlare, ma la Maestra rimase in silenzio. Poi si incamminò senza più voltarsi e Muireann, ipnotizzata quasi, la seguì.

Le donne in un silenzio assoluto, contraltare del gioioso brusio di poco prima, si ritirarono come svanendo nella nebbia.
Il sentiero che conduceva all’aperto era bordato di siepi altissime, un genere di pianta che non aveva mai visto, ma i fiori bianchi erano meravigliose stelle ricamate d’oro e profumavano…profumavano..Distratta dalla contemplazione delle siepi, Muireann non si accorse che la donna non c’era più.
Senza timore continuò ad andare avanti, si sentiva in Pace. E poco dopo, girato l’angolo di una delle siepi più alte, sagomata come un unicorno rampante, le apparve un laghetto artificiale attorno al quale giocavano quattro bambini con lungi capelli neri screziati di verde…gli stessi capelli della Maestra.
La sentirono avvicinarsi senza nemmeno voltarsi, attesero che arrivasse sul bordo del laghetto poi la fissarono seri con piccoli e profondi occhi neri come una notte senza stelle.” Ho interrotto il loro gioco”, pensò Muireann.
“ Non stiamo giocando”, disse il più piccolo senza alzare lo sguardo dalla rotta del suo piccolo naviglio.
Muireann tacque sconcertata. “ Ti vedo i pensieri. Leggo le tue Parole. Le ripeto” . Così parlò di nuovo il bambino. E senza più considerare la sua presenza, tornò al “gioco”.
Si avvicinò a guardare. Avevano disposto gusci di un frutto che pendeva sulla sua testa da un albero dalla chioma all’apparenza infinita, come per una battaglia navale.
I gusci erano un po’ più grandi di quelli di una comune noce, rivestiti all' interno di una specie di muschio dall’odore forte. Lo inalava e si sentiva stordita…
Allora cominciò a ricordare, o forse era una visione diceva a se stessa. Guardava le piccole navi disposte in due schieramenti. Una fila compatta con vele di colore rosso innestate su un rametto al centro dell’imbarcazione. “ L’ albero di maestra” sorrise tra se.
E davanti due minacciosi schieramenti, paralleli, pronti a rompere le fila nemiche , con vele bianche e spine di rosa come rostri…
I rostri, l’arrembaggio, il fuoco, le camicie strappate per tamponare le ferite. Il Capitano che urlava... la frenesia del corpo a corpo..e qualcuno che rimaneva immobile a guardare il massacro… Dove era successo? Era successo?

“ E’ nel Gran Mare della Conoscenza che devi cercare” disse il più grande dei quattro “ la battaglia adesso si combatte lì”.



Muireann udì l’eco di un colpo di cannone, vide le piccole navi dalle vele bianche lanciare minuscoli semi contro le navi avversarie … e vide una nave colpita….



                                                            
#nessunoenessuno



William Stephen Coleman







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Ferro e Acqua

Ali di Ferro strappano lembi di Cielo.
Aria che sanguina in una Natura artificiale.
Poi, l'Acqua riporta la Quiete. 
Richiude lo Strappo.


#nessunoenessuno



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Uccelli d'Acciaio

Mia Città.
Uccelli d'Acciaio ti sorvolano.
Eco d' acqua.

                                                     




#nessunoenessuno


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mercoledì 28 maggio 2014

Non penso.Vivo

Cos'è il Domani.
Il Domani è ciò che non ancora è Scritto
ma Scritto nel Pensiero.


#nessunoenessuno


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Haiku

Passeggio nel mio tormento
e penso lontano.
Una foglia.


                                                   #nessunoenessuno


Ritorno alla Realtà tangibile. E' la Foglia che mi porta lontano.

La Foglia mi invita a rimanere nel mio Presente, dove leggo il Futuro momento dopo momento. Rimango me stesso. Vedo Domani.


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martedì 27 maggio 2014

Ancora per semper



Il mio calumo mi ti tiene saldo,
resto agguantato al fondo,
seppur la corrente è forte.
Non aro.


    #nessunoenessuno




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Clandestino a bordo

A bordo della terra sono un Clandestino.
Dove sta il mio Destino?
Non mi vuole il mare, non mi vuole il cielo,
Senza Terra, muovo passi mai definitivi.
I miei piedi in due direzioni.
Il mio Suolo è il mio Approdo.
Poi una Colomba. 
Terra.


                                                              #nessunoenessuno


Canto degli Esuli che anelano alla Terra, che la Terra a loro Madre spinge via. Senza Madre, senza Passi, senza Radici nel Futuro. 




                                                         Il Sogno del Clandestino



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lunedì 26 maggio 2014

Silenzio, parla il Mare

Ogni volta lo stesso rito.
Rientro presto, prestissimo.
Le facce al Corpo di Guardia sono quelle di chi è stanco e non vuol partire, non vuol mollare.

La mia Ricchezza

Non ho paura dell'Inverno tra i capelli,
i miei anni, la mia ricchezza.
Sussurro all'orecchio del Tempo,
i miei anni, la mia richezza

( Vachtang Kikabidze - Buba )



La mia Ricchezza, anni senza misura.

                                     
                                                               #nessunoenessuno







                                                                                                               

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Sensi

Parto. Mi stacco dall'ultimo lembo di Terra.
Mi aspetta il Mare, e mi aspetta il Vuoto.
Riempio il Vuoto industriando i Sensi.
Fino all'Arrivo.
Approdo, poi ancora una Partenza. Soli io, Te e e il Sestante, navighiamo.

                                                          #nessunoenessuno


Da qui l'Anima parte, Lisbona bellissima. Come Madre che vara la Vita e poi la richiama a se'.
Madre che c'è sempre.








Lisboa





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domenica 25 maggio 2014

Compagna di Viaggio

Siamo io, Te e il Sestante.
Navigheremo nell'Infinito Mar,
 senza perderci mai.
A Te,mia cara Compagna di Viaggio,
mia Barca.


#nessunoenessuno



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Il Vero


Navigo senza disperar,
la mia bussola indica il vero Nord.
Ho svuotato la clessidra,
non ho bisogno del Tempo.
Isso la vela,
mi lascio trasportare dal vento.
Quello Vero.


#nessunoenessuno




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Koan

Avvolto in milioni di nuvole

Non vedo le bianche nuvole.


Assorto nel suono dell’acqua che scorre


Non odo l’acqua che scorre.


( Koan del Maestro Joshu )



Mi soffermo con una brevissima riflessione sul raggiungimento dell’Illuminazione.
Un’asserzione come questa non può essere spiegata con uno sforzo della ragione. Quindi la frattura dualistica tra soggetto e oggetto non consente di acquisire il significato.
Avvolti e assorti diventiamo una cosa sola, un’Unità con l’ “oggetto”.
Meditando lasciamo che tutto ci attraversi, senza opporci, senza cercare di ottenere nulla.

Lasciamo che il Tutto si Fissi. E ci Abiti.


Siamo l’Appeso che viene penetrato senza sforzo. Lascia arrivare.Lascia passare. E’ quello che E’.


Senza ribellione…



Shemyazah



Un Romanzo di dopodomani o una Storia del nostro tempo?

Una riflessione a ritroso nel Tempo.
Lunghissima, complessa, articolata.
Che mi ha indotto a prendere di nuovo in mano un “piccolo” romanzo : “ La città senza Ebrei”.
Sottotitolo : Un Romanzo di dopodomani.
Hugo Bettauer, 1922.
Il romanzo prospetta , ironico, lo scenario di una Vienna in cui gli Ebrei vengono espulsi in nome di un ripristino dell’ ordine naturale delle cose, cosi che la gloriosa tradizione autoctona possa rifiorire.
Espulsi gli Ebrei, a Vienna si torna a vestire alla tirolese e a cantare i canti di montagna.
Ma ben presto è come se nella città si spegnessero ad una ad una le luci.
I commerci languono, la finanza crolla, i teatri si svuotano, le belle ragazze viennesi rimpiangono i loro generosi  e sensuali amanti ebrei.
Un po’ per amore ( le belle Maedel  viennesi dalle bionde trecce che sospirano incessantemente) , un po’ per forza ( i calcoli interessati degli amministratori della città), gli Ebrei vengono richiamati a furor di popolo e tutto si conclude in un clima di festosa riconciliazione.

La realtà non fu così.
Ben oltre la garbata ma graffiante satira di Bettauer  ( rivolta verso l’antisemitismo viennese con l’intento di stemperarne i pregiudizi contro la comunità semitica) andarono gli eventi.
I Konzentrationslager invocati da Kunschack ( un autorevole dirigente dei lavoratori ) se non possono essere assimilati a quelli di ben più trista memoria, ne sono quantomeno i prodromi.
Bettauer fu additato, addirittura, quale “modello esemplare della disgregazione giudaica” e quale “ Padre della Rivoluzione Erotica”.

Già, perché il nostro, in un clima di pruderie assoluto, credeva nella funzione dell’intellettuale come educatore delle masse. Come Maestro, in un certo senso, Maestro come modello non come Guida.
Nella divulgazione di una “cultura” sessuale, fu a suo modo un pioniere. E questo lo “perse”.

La funzione dell’Intellettuale nella Società, questa è la riflessione del giorno.
Quanto i divulgatori di “dottrina” sono tesi all’accrescimento del sapere per le cosiddette Masse e quanto sono concentrati solo su se stessi?
Possono dirsi questi “intellettuali?


Ardua sentenza…


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sabato 24 maggio 2014

tempo e Tempo

Non mi faccio prendere la mano dal tempo.
Prendo la mano al Tempo.
SI espande, SI dilata, SI amplifica, SI modifica.
MI espando, MI dilato, MI amplifico, MI modifico.
Sono la Forma pregna di Pensiero.

Il Tempo senza confini concede al Pensiero di crescere. Seme che germoglia piano.
                                                     

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Messaggio in Bottiglia

Lascio i miei Pensieri,
in una Pergamena.
Avvolta nel vetro,
naviga,
nel Silenzioso Mar.
I flutti cercheranno di scoprirli,
di rivelar la mia Anima.
La Corazza vitrea e trasparente,
sarà Forte e Silenziosa,
fino a toccar Terra.
Fino a toccar Destino.



  #nessunoenessuno                          



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Città Lucente


Nella Città Lucente, la Luce avvilente.
La Luce sempre uguale.
Cerco Altrove.
Altrove é Condanna. Altrove é Dolore.

Lo Strazio muove a Compassione il Tempo...

E lui scrive la mia Storia...



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Genesis - a trick of the tail



                      Insoddisfatto della vita nella città dell’oro
se ne andò e fece in modo che nessuno venisse a saperlo.
Verso le Torri che aveva conosciuto da bambino,
da solo, con il sogno di una Vita.


Attraversò la grande strada,

L’arcata angusta,
in cerca di un altro con cui dividere la sua Vita.
Nel bel mezzo del Nulla,
tutti gli sembravano strani.

Non avevano corna e non avevano coda
Non sapevano neanche della nostra esistenza.
“Mi sbaglio a credere che esista una Città dell’Oro
che giace lontano da qui?”, gridò

E pianse quando lo portarono in una gabbia
“La Bestia che sa parlare “, diceva il cartello.
Le Creature gli si avvicinavano e pungolavano il suo corpo.
E gli chiedevano di raccontare la sua storia ancora una volta.
Ma presto si annoiarono della loro preda
"La Bestia che sa parlare?
Sembra un fenomeno da baraccone o una trovata pubblicitaria".


Allora la Bestia ruppe la porta della gabbia per scappare.

Afferrò una Creatura per il collo, indicando:
“Là, oltre i confini della tua debole immaginazione,
si stagliano le Nobili Torri della mia Città, lucenti d’oro.
Lascia che ti porti lì e ti mostri una storia di Vita Reale.
Lascia che ti mostri altri come me.
Perché me ne sono andato?”.
E pianse.


E così ci mettemmo in viaggio con la Bestia e le sue Corna

e la folle descrizione della sua Patria.
Dopo molti giorni arrivammo su una vetta
dove la Bestia rimase a guardarsi intorno e ad urlare.
Seguimmo il suo sguardo pensando che forse avremmo visto
una guglia d’oro.... no, era un Miraggio, ecco tutto.


Ma la Bestia era scomparsa e si udì una Voce:



" Salute, Amico. Benvenuto a Casa"...
                                            
                                                      


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venerdì 23 maggio 2014

Luna di Vita

Calmo è il Mar Silenzioso,
chiara sei Tu.
O Luna,così maestosa,
lucente nella più buia Notte.
T'ammiro,
col Cuore colmo di Speranza.
A Te,Cerchio di Vita.

   #nessunoenessuno 






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RADICI CUSTODITE

"La Chioma fitta nel Nobile pensiero.
Le Radici nell' Occhio.
L'Occhio Aperto le Rigenera in perpetuo.
Pigna viva." 

Ogni nobile pensiero che svetta e ondeggia e rivela l' Essere, affonda le Radici in un luogo insicuro.
Come Yggdrasil. 
Il Custode vigila e le rigenera, " Pigna " che da frutti " cogitanti " ed " estensi".
E il Pensiero vola.
Il Mare della Conoscenza non ne cancella il passaggio, se ne nutre.


                                                                                                        #nessunoenessuno                   



 Yggdrasil


Ogne pensiero Vola

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PARTIRE E RESTARE

E' ogni volta così.
Ogni volta quell' Onda.
Una parte di Anima si strugge,
vola via e rimane.
Volo con lei.


                             #nessunoenessuno





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giovedì 22 maggio 2014

Pioggia


Piove,
non resto dentro,
chiuso dalle incertezze,
esco.
Non ho nulla per coprirmi,
solo le mie certezze.


#nessunoenessuno






                                                                                                                             tutti i diritti sono riservati

THE RED QUEEN - 3



Il viso che la scrutava preoccupato si intravedeva dalla trama rada di una cortina del letto dove già da un pò giaceva, sveglia e immobile. 
 Assorta nei pensieri, non si era accorta che la figura alta e vestita di verde era entrata silenziosa e si era fermata a pochi passi, in osservazione.
Non usciva una parola dalle labbra della figura femminile che aveva davanti, ma aveva la sensazione di sentire quello che stava pensando.

Quando finalmente parlò, uscirono suoni asciutti, molto brevi, in un idioma assolutamente sconosciuto alle sue orecchie. Forse un tempo aveva sentito quei suoni, ma erano echi di ordini secchi impartiti su una nave che ricordava immensa. 
Pensava, però non riusciva a ricordare più quanto tempo fa fosse accaduto.
La donna alzò le cortine del baldacchino fatto di rami di quercia intrecciati avviluppati da una gran quantità di muschio, le rimboccò le coperte e si sedette a guardarla.
Aveva occhi neri molto piccoli, capelli neri screziati di riflessi verdi.

Tutto quello che indossava era cosparso di una sottile polvere lucente e quello che sembrava un mantello di leggerissimo tulle, con un elaborato cappuccio terminante con un buffo ciuffo di peli, era costituito di quella strana polverina.
Le accostò una mano al viso e la accarezzò. La mano era fredda ma soffice, come se non avesse alcuna impalcatura ossea al suo interno. Poi da una delle pieghe della veste , stretta in vita da un cerchio d’oro finissimo su cui spiccavano scene a sbalzo di una battaglia navale, prese un pugnale e glielo porse.

Lady Muireann si ritrasse diffidente, ma la donna si avvicinò di più e glielo mise tra le mani poggiando sopra il pugnale le sue, come ad imprimergli un potere segreto.
Poi si tirò di nuovo indietro e si mise in posizione di attesa, le mani nascoste nelle pieghe della lunghissima veste.
Muireann si raddrizzò , si sporse verso la luce ed istintivamente fece un cenno con la mano ad indicare che venissero aperti gli ampi tendaggi che oscuravano in parte le vetrate. Era abituata a dare ordini con un solo cenno, per lei era istintivo e naturale dirigere. 

Così era stata allevata, questo era il ruolo che aveva ricoperto un tempo, l’autorità di cui disponeva.
Nel momento stesso in cui la figura si mosse silenziosa, senza il minimo cenno di disappunto, per avviarsi verso le vetrate, Muireann si rese conto che non era nella sua casa, che aveva dato un ordine che non ammetteva repliche con un annoiato gesto della mano ad una sconosciuta. Che la sconosciuta poteva essere la Maestra della Casa. E lei le aveva forse mancato di rispetto…
Alzando gli occhi dal pugnale, rimase sorpresa nel vedere che la donna non camminava sul pavimento di pietra lucida, per poco i suoi piedi nudi non toccavano terra, perché la donna vestita di verde…sfiorava il suolo.
Si librava lieve aiutata dal mantello che ad ogni passo si modificava come vivo intorno alla sua schiena, simulando il movimento delle ali di una colomba.
Il tendaggio venne scostato rapidamente e una brillante luce gialla irradiò l’enorme stanza.
Lady Muireann pensò : ” Il Mondo Inferiore delle Nebbiadi di cui parlava irata la Vicaria”…

Poi  la porta si spalancò con un colpo secco e un nugolo di mantelli di velo e polverina, nel tempo di un breve respiro, si raccolse silenzioso e curioso intorno al letto ...












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QUATTRO ELEMENTI

"Acqua lavi, Fuoco pulisci.
Acqua discendi, Fuoco ascendi"

Questi sono i brevi versi di apertura di una riflessione che lego alla all'esercizio costante della conoscenza di se stessi prima ancora che dell'altro.
Non puoi affrontare l' "Esterno" senza argomenti. Arriverà il momento in cui  ti metterà al tappeto, utilizzando i tuoi stessi argomenti.
Forza che utilizza la Forza.
Dunque lava via con l'Acqua che lascerai scivolare su di te, poi esponiti al calore della Fiamma così che l'Aria porti via gli ultimi residui dell' "ignoranza" di te stesso, infine dirai di avere i piedi ben piantati sulla Terra.


" Prima ancora di poter essere dell'altro, essere di se stessi "




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Γνῶθι σεαυτόν



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mercoledì 21 maggio 2014

ARDE SPENTO

"Arde "spento" il mio Fuoco.
Brace sommessa lo mantiene,
rapida Fiamma scalda l'Abbraccio
E poi torna a giacere."



  #nessunoenessuno





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