"Molto bene!", interloquì una voce che Cecile ben conosceva, sorrise e aprì gli occhi : " Francine..." disse arrossendo " Sono quasi pronta.." " Lo vedo..." rispose Francine avvicinandosi. Era molto bella con il suo turbante di spugna bianca in testa che le copriva i lunghissimi capelli castani e indossava l'accappatoio.. " Come una pelliccia..." pensò Cecile, mentre Francine si scostava lentamente dallo stipite della porta guardandola con occhi socchiusi.
Francine si avvicinò alla spalle della ragazza, la fece da parte con grazia e si sedette sul lettino chinandosi a baciare Cecile sfiorandole le labbra come faceva da sempre, da quando era bambina.
Intanto Flora aveva preso da un cassetto un piccolo massaggiatore elettrico per massaggiare le gambe della donna, inginocchiandosi sul pavimento.
Aveva cominciato dai piedi che Francine aveva curatissimi, le dita adornate di piccoli anelli d'argento, per risalire rapida su per le lunghe gambe ancora snelle ed esitare prima di cominciare a sfiorare soltanto la nuda apertura che si scorgeva dall'accappatoio aperto.
Continuò a lungo, senza mai approfondire mentre Francine chiudeva gli occhi e si rilassava ad ogni passaggio, e Cecile, col cuore impazzito ne seguiva i movimenti fino a tirarsi su di scatto e afferrare la testa della donna coinvolgendola in un lungo bacio.
La ragazza si era seduta in un angolo, sorrideva sorniona, conosceva Francine e sapeva quali erano i risultati dei suoi trattamenti su di lei.
Cecile non sazia di quel bacio era scesa con le mani verso la cintura dell'accappatoio di Francine e lottava per scioglierla.
Francine, senza esitare, insinuò una coscia tra le gambe socchiuse di Cecile e si poggiò con tutto il peso del corpo atletico su di lei sussurrandole parole che Cecile ricambiava concedendosi il lusso della lussuria che le era stata vietata dall'educazione ricevuta e che aveva sentito esprimere durante i lunghi pomeriggi caldi nella grande casa di campagna dei nonni dalla governante, mentre i nonni si dedicavano al passatempo preferito ... sonnecchiare. Verso quell'ora arrivava sempre un giovane alto che Cecile riconobbe essere il custode dei vicini e del quale si mormoravano meraviglie nelle lunghe sedute di bridge che la nonna teneva con le amiche la sera.
Allora Cecile rideva e scappava in camera sua a cercare di placare il tormento con il cuscino fresco su cui si dondolava fino a sfinirsi, ripetendo come una cantilena le parole della governante, senza conoscerne il significato, ma intuendone la "forza"...
Tornò al presente, con un guizzo scivolò da sotto il corpo di Francine e si avvicinò a grandi passi alla piccola massaggiatrice che seduta in un angolo restava immobile, come in attesa di istruzioni...
Francine sdraiata, sollevata su un gomito, gambe pigramente accavallate, disse a Flora : " Giù, in fretta!". La ragazza obbedì mite e Francine tirò la cinta del suo accappatoio a Cecile : " Portala a passeggiare!"...
Cecile legò la cinta in vita a Flora , poi tirando con forza la fece piegare.
La portava al guinzaglio lungo il perimetro della cabina come quando passeggiava per le strade eleganti della città con i suoi cani, la schiena inarcata e l'andatura indolente. Era divertita ed eccitata e si sentiva padrona del gioco.
Mentre le passava davanti , Francine improvvisamente poggiò un piede sulla schiena della ragazza bloccandola e con decisione prese per la vita Cecile e la guardò a lungo negli occhi.
Cecile si era abbandonata aspettando di sentire le abili dita di Francine percorrerle il corpo, ma la donna, dopo averla baciata con dolcezza sulle labbra, la lasciò andare.
Cecile era stordita...Francine le aveva tolto di mano la cintura e senza dire una parola, si era avviata fuori della piccola cabina trascinandosi dietro la ragazza che la seguiva docilmente. La porta venne richiusa e dopo un piccolo intervallo di tempo che a Cecile sembrò incredibilmente sospeso nel nulla, udì distintamente il timbro grave e caldo della voce di Francine allungarsi come un elastico teso spasmodicamente.
Pochi attimi ancora e Francine ricomparve sulla soglia della porta : " Andiamo piccola", le disse con lo sguardo malizioso " é ora che ti dondoli di nuovo sul cuscino, il cuscino dei pomeriggi in campagna..." e, strizzandole l'occhio la lasciò sola, richiudendo la porta come un sipario...
#nessunoenessuno
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