venerdì 6 marzo 2015

Ritmo e Vita



Ogni volta che si riprendeva il mare dopo una sosta, per me era una liberazione.Si tornava a vivere.Il ritmo scandito dagli orari, i turni al timone, le file interminabili al distributorio per un pasto che non avrei gradito, mi rendevano più vivo che mai.

Poi c’erano i momenti a contemplare in silenzio il mare.Prima del calar del sole,mi sedevo sempre su una bitta, tendevo il braccio, chiudevo il pugno e facevo combaciare il dorso della mano sull’orizzonte. A seconda di dove capitava la parte bassa del sole sulle nocche, sapevo quanto mancava per il tramonto.
In quel momento ero sempre preso dai miei pensieri, tanto da dimenticare chi passasse da quelle parti. “Ehm...ehm…”
sentiì, senza farci troppo caso :”Come al solito Le vien difficile non contravvenire alle regole….”
Mi voltai di scatto: era il Comandante in Seconda. Mi alzai, subito, mettendomi sull’ attenti, intanto il sole mi scaldava e illuminava la mia figura.
“Comodo,comodo.Lei sa che in questa zona non è consentito sostare.Ma del resto è impossibile rinunciare a questo spettacolo!” concluse con enfasi indicando il l’orizzonte. Io non riuscii a rispondere che lui subito riprese :”Alla fine anche Lei ha una sensibilità…..Mi compiaccio.Del resto, seppur un valido marinaio,ho pensato che non avesse animo per combinare tutti quei casini”. Sorrise maliziosamente, prima di accendersi un sigaro.
“Ma…..” tentai invano e lui :”Non mi dica che le “sventure” Le capitano addosso”.
Non avevo un bello sguardo. Avevo la smorfia di uno che non accetta un verdetto fasullo, di prendere il coltello dal fodero e tagliagli i baffi, di cui andava fiero.
Mi limitai a sorridergli, ad assecondarlo per non aggravare la mia posizione. ”Bene” disse concludendo, “Tra poco il sole calerà.C’è l’ammaina bandiera sul ponte.”
“Mi permetto di ricordarle che mancano ancora quindici minuti”, tirai di nuovo il braccio, ricollimando il pugno tra l’orizzonte e il sole.
“Ah” disse.Ci congedammo salutandoci militarmente, ripresi a sedermi, contemplando di nuovo in quei minuti il mare.
Sospirai, pensavo a ciò che avevo lasciato sulla terraferma. Alle bevute fatte con i con gli amici, alle botte prese e date, alle donne.
Già, le donne. Pensavo a Pauline: quella piccola donna dai capelli rosso fuoco e dalla bocca avvolgente.
Prima di scappare, le avevo lasciato un bigliettino con appuntato dove scrivermi.
Tirai fuori una busta, c’era la sua foto. Sul retro c’era scritto: “Revenez bientôt! Mon petit!!”.
Sorrisi, poi ritornai in me, riprendendo ciò che mi accompagnava in quei lunghi giorni.Vita che pulsava a ritmo con le onde del mare.
“Adesso c’è l’ammaina bandiera.Un altro giorno è andato.”


#nessunoenessuno


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