venerdì 4 luglio 2014

Séraphine

La grande porta della canonica era socchiusa quando Séraphine arrivò, accaldata dopo la passeggiata frettolosa sotto il sole feroce del primo pomeriggio, preoccupata per il ritardo.
Non c’era nessuno nella penombra fresca della stanza. L’odore di incenso era dappertutto e a Séraphine dava la nausea quell’ odore aspro e penetrante. Come l’odore della Farmacia.
Le tornò in mente il giorno prima, e si disse che doveva assolutamente trovare Padre Gilbert per confessare quello che era accaduto dopo che il Dottore l’aveva fatta andare a riprendersi per un piccolo svenimento.
E poi era tardi e doveva correre in chiesa per l’ora del Catechismo…i bambini la aspettavano, si sarebbe confessata dopo…Mentre era immersa in questi pensieri, da una porta laterale apparve Padre Gilbert, austero come sempre nella sua lunga veste da canonico d’altri tempi. Del resto era senza età.
Nessuno si ricordava quasi quando era comparso nel paese, mandato dal Vescovo e preceduto dalla fama di uomo peccaminoso.
Le vecchie sussurravano che avesse sedotto le monache del convento dove era confessore e che una ad una le avesse ingravidate e, orrore!, che continuasse a possederle anche gravide…
Questo suscitava in Séraphine degli strani brividi ogni volta che incontrava Padre Gilbert.
Col cuore in tumulto e respirando affannosamente, fece un cenno di saluto al parroco e si avviò verso la chiesa .
Ma nell’agitazione del momento le caddero di mano i libri e mentre si chinava a raccattarli confusamente, la pesante mano di Padre Gilbert si posò sul suo braccio.
La sentiva insolitamente calda. Allora alzò gli occhi azzurri, grandi e profondi sotto le folte sopracciglia e con uno scatto indietro della testa tentò di scostarsi uno dei fitti riccioli che le erano caduti davanti. Fu in quel momento che l'uomo le afferrò il mento con una mano e attirandola con forza verso il suo viso chiese : “ Dove pensi di andare? Ti stavo aspettando… “.
“Sono in ritardo per la lezione di catechismo”, rispose tremando Séraphine, mentre il respiro si ingrossava e il seno si alzava su e giù frenetico nell’affanno della paura.
Il parroco la fece alzare tirandola su bruscamente e le indicò una panca posta sotto una finestra che dava sul cortiletto della canonica.
Séraphine si sedette e lo guardò in attesa. Il parroco passeggiava lentamente con le mani dietro la schiena immerso in quelli che sembravano pensieri solenni…Poi prese il breviario dal tavolo e venne a sedersi vicino a lei che nel frattempo aveva chinato il capo e si guardava la punta delle scarpe,  incerta su quello che la aspettava.
“Tu non andrai a lezione finchè non ti sarai confessata” iniziò a dire Padre Gilbert. “Con la coscienza sporca non puoi parlare di purezza”.Séraphine incredula si domandava come facesse a sapere che lei aveva intenzione di confessare i fatti del giorno prima che secondo quello che Padre Gilbert stesso le aveva insegnato, erano un grave peccato che sporcava l’anima.
“Padre, io volevo confessarmi, ma ero in ritardo e lo avrei fatto dopo la lezione...” disse balbettando Séraphine. “ Molto male! Quindi avresti aggiunto errore ad errore” tuonò il buon uomo…” Ora confessati, poi stabilirò se la punizione dovrà essere esemplare”.
Séraphine cominciò a raccontare i fatti spiegando che il Farmacista l’aveva condotta in bagno per un colpo di calore e mentre lei era seduta su un panchetto, lui le aveva sollevato la maglia per auscultare il cuore…e che mente le intimava silenzio con un dito sulle labbra, con il viso si avvicinava a lei per sentire meglio il cuore diceva e poi, con la punta del naso, aveva cominciato a sfiorare il piccolo seno dalle punte sporgenti e scure…” E io, Padre, mi sono sentita svenire di nuovo, un fremito…” “ E ti sei lasciata auscultare! Hai lasciato che esplorasse in profondità!”
“ Come fate a saperlo !” gridò Séraphine sgomenta…
“Perché quell’uomo virtuoso del Dottore, uomo esemplare, padre di famiglia, ha subito espiato il suo tristo peccato correndo qui a raccontarmi tutto e a porgermi le calde stille del pentimento”…
Séraphine cominciò a piangere di vergogna , allora il parroco cambiò tono e con voce dolce e carezzevole le disse mellifluo: “Vieni qui. Preghiamo”
Si avvicinò fiduciosa “ Grazie buon Padre per avermi compresa, avrete capito anche Voi che il Dottore mi ha condotta , debole, verso la discesa dei sensi. Lo avete punito?”
Padre Gilbert avvampò: “ Come osi chiedere la punizione per un uomo che ha espiato, un uomo che va pubblicamente esaltato per le Virtù familiari che esercita.” Così dicendo la tirò per i capelli, ponendosela in grembo e dopo essersi poggiato con tutto il peso del busto sulla sua schiena le alzò la gonna e cominciò a schiaffeggiarla con vigore.
La testa affondata nella veste del parroco, Sèraphine era immobilizzata, schiacciata contro il ventre grasso dell’uomo, quando improvvisamente il prete si calmò con un singhiozzo e Séraphine sentì un vapore bagnato salire dalla lunga veste nera sulla guancia…
“Finalmente sei Purificata!” Singhiozzò Padre Gilbert alzando lo sguardo al cielo…
Sèraphine si rialzò scarmigliata e, mentre il parroco apriva la finestra perché "il Demonio uscisse da quel luogo”, vide passare nel cortile il Dottore , la moglie e i loro quattro bambini usciti dal catechismo in un’aura di candore familiare.
Il Dottore si voltò e si tolse il cappello per salutare il parroco.
La Signora fece un grazioso cenno col capo e i bambini un allegro cenno con le manine.
Il Parroco impartì la benedizione e si distrasse a guardare le evoluzioni di una mosca distogliendo lo sguardo dal Dottore.
Mentre la Signora e i bambini si avviavano verso il cancello, il Dottore con lo sguardo beffardo, fece rotolare il cappello fin sotto la finestra dove Séraphine era rimasta immobile ad occhi spalancati, lo raccolse e la salutò inumidendosi le labbra…


#nessunoenessuno






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