Muireann era persa ancora in quei ricordi di fanciulla quando Aymeric la sollevò di peso e la scosse. ”Muireann, dobbiamo allontanarci di qui. Alzati”. Muireann cominciò a singhiozzare e rispose ”No, vai via tu. Non posso rallentarti. Lasciami qui non lo hai capito che noi non abbiamo futuro? Noi non possiamo essere uniti ora!” gridò, mentre era scossa dai singhozzi. “Cosa dici? “ rispose Aymeric con voce bassa..In cuor suo sapeva che Muireann rivelava la Verità, perchè lei tra i due era sempre stata la più lucida, quella che prevedeva gli avvenimenti, ed era per questo che era la più tormentata.
“Cosa sai che io non conosco, Muireann? Ti prego, dimmelo”. Lei alzò il viso e lo guardò in silenzio. Poi si alzò e disse semplicemente “Andiamo”
Aymeric sapeva che non doveva chiedere oltre, la conosceva , era sempre loquace ma quando diventava essenziale, allora era il momento di non chiedere di più. Muireann si asciugò gli occhi e con un sospiro si incamminò di nuovo seguendolo, trattenendo i lamenti ad ogni passo, finchè Aymeric decise che erano abbastanza lontani e al sicuro per potersi fermare. Erano arrivati sulla sommità di una collina, che inaspettatamente rivelava un affossamento come la bocca di un vulcano. Si avvicinarono e scorsero un bagliore. Nel cratere c’era una grande pozza d’acqua, non un lago, ma gli somigliava molto. Muireann si avvicinò all’acqua e vi immerse i piedi feriti, sedendosi sul muschio che ne circondava i margini, poi si tolse l’abito sporco e scivolò dentro, fino a scomparire sotto l’acqua e riemergendo alla luce fioca della luna, che quella notte aveva il volto velato.
Aymeric si precipitò a richiamarla “Muireann torna qui, non sappiamo cosa può nascondere” , ma lei si voltò e si inoltrò verso il centro dello specchio oscuro.
Aymeric, senza riflettere, si spogliò e si tuffò per raggiungerla…
La afferrò per un braccio e se la trovò completamente addosso. Non trattenne un brivido e guardandola senza mai spostare lo sguardo dai suoi occhi, la baciò in silenzio.
Muireann non si oppose ma rimaneva immobile, quasi insensibile alle braccia di Aymeric che la stringevano con forza sempre maggiore scivolando dalla schiena alle gambe che sollevò portandole sui fianchi. Solo allora Muireann si riscosse da quella specie di torpore che l’aveva attanagliata dal momento in cui era entrata in quell’acqua stranamente calda e viscosa e aderì completamente al corpo di Aymeric..
Passò un tempo lunghissimo in cui entrambi non dissero una parola, sotto le nubi scure che velavano e svelavano il cielo rincorrendosi basse, quasi a nasconderli.
Quando le nubi furono passate, Muireann si sciolse dall’abbraccio, nuotò verso la riva e uscì dall’acqua voltandosi verso il centro del Lago.
Aymeric era rimasto immobile ad ammirarla, i contorni della sua figura erano nascosti dalle ombre ma lui ne vedeva la Luce interiore e ne vedeva gli immensi occhi brillare. Muireann sorrise e si sdraiò sul muschio.
Aymeric la raggiunse con lentezza e con altrettanta calma si sdraiò accanto a lei che si era addormentata. Dormirono nudi sul muschio, in un silenzio irreale, quasi soli.
Verso il mattino infatti, Aymeric, che aveva aperto gli occhi per primo, notò che due rami del fitto cespuglio che aveva fatto loro da tetto durante la notte erano spezzati ed erano stati lasciati davanti ai loro piedi disposti ad “ X “.
“Muireann, svegliati”, la chiamò a voce bassissima Aymeric “ Questa notte qualcuno ci ha vegliati…”.
Muireann si tirò a sedere sul muschio già scaldato dai primi raggi e per istinto si coprì.
Aymeric rise di questo suo pudore e le disse baciandola: “ Da quando ti copri davanti a me? “Sorella”, non conosco questo tuo pudore. Non abbiamo mai avuto bisogno di abiti quando eravamo insieme”.
Muireann sorrise ricordando d’un tratto i loro giochi di bambini nel grande Parco della Casa, quando come due cerbiatti felici correvano nudi sotto gli occhi vigili delle Nutrici e vivevano un’Era di Gioia mangiando frutta dagli alberi e imparando a conoscere animali e piante della strana Terra dove erano stati condotti per essere allevati. In quella strana Casa dove erano stati portati per essere “educati”
Alzò gli occhi e disse d’istinto: “Aymeric, non mi sto nascondendo, sto proteggendo”.
Poi lo sguardo le cadde sui due rami e i grandi occhi verdi le si incupirono per lo sgomento…
si passò tutte e due le mani nei capelli e si accoccolò come faceva nella Casa della Vicaria quando aveva paura : “ Guarda come sono stati disposti, guarda come sono orientati. Si qualcuno ci ha vegliati stanotte e non ha preso le nostre vite, nonostante fossimo inermi. Ci ha lasciato un avvertimento. Ora giocherà con con noi come con la preda. Sii forte, Aymeric, sii forte…”
Poi si chiuse in un profondo silenzio, prese i due rami e li conficcò a terra recitando una formula mentre alzava le mani verso il Sole. La terra sembrò diventare come sabbie mobili sotto i loro piedi, fecero in tempo a saltare su uno spuntone di roccia e in pochi istanti tutto scomparve, i rami, il muschio, il lago, tutto inghiottito dalla Terra. Di quello che avevano visto non rimaneva più traccia. “ Andiamo” disse Muireann “ Devo trovare degli abiti e dobbiamo allontanarci verso Sud”
“Cosa c’è verso sud ?” chiese Aymeric. “La Nave” rispose Muireann “ Ricorda che ogni volta che vedrai un segnale come questo, devi andare nella direzione opposta. Questo era orientato a Nord, verso la porta dove passano i Morti, ancora un’ora di sonno e il suo potere sarebbe penetrato completamente in noi rendendoci suoi schiavi”. “Avremmo raggiunto i Morti?” chiese inquieto Aymeric. “ Si, per questo devi diventare Forte, la tua Mente deve essere come la Roccia su cui siamo ora”.
Aymeric, pensieroso, si tolse la camicia ornata di trine finissime e la fece indossare a Muireann. La guardò e le disse “ Sei bella come una Ninfa della Notte. Ma i tuoi piedi non possono sopportare il Cammino. Cercheremo uno dei Cavalli Selvaggi della Vicaria. Pascolano qui vicino, ne domerò uno per te”. Muireann con un lungo respiro si alzò dalla pietra dove si era seduta e si dispose a seguirlo ripromettendosi di non intralciare il Cammino, sopportando tutto nella certezza che dovevano arrivare all’ Approdo per Partire per il Viaggio...
“Cosa sai che io non conosco, Muireann? Ti prego, dimmelo”. Lei alzò il viso e lo guardò in silenzio. Poi si alzò e disse semplicemente “Andiamo”
Aymeric sapeva che non doveva chiedere oltre, la conosceva , era sempre loquace ma quando diventava essenziale, allora era il momento di non chiedere di più. Muireann si asciugò gli occhi e con un sospiro si incamminò di nuovo seguendolo, trattenendo i lamenti ad ogni passo, finchè Aymeric decise che erano abbastanza lontani e al sicuro per potersi fermare. Erano arrivati sulla sommità di una collina, che inaspettatamente rivelava un affossamento come la bocca di un vulcano. Si avvicinarono e scorsero un bagliore. Nel cratere c’era una grande pozza d’acqua, non un lago, ma gli somigliava molto. Muireann si avvicinò all’acqua e vi immerse i piedi feriti, sedendosi sul muschio che ne circondava i margini, poi si tolse l’abito sporco e scivolò dentro, fino a scomparire sotto l’acqua e riemergendo alla luce fioca della luna, che quella notte aveva il volto velato.
Aymeric si precipitò a richiamarla “Muireann torna qui, non sappiamo cosa può nascondere” , ma lei si voltò e si inoltrò verso il centro dello specchio oscuro.
Aymeric, senza riflettere, si spogliò e si tuffò per raggiungerla…
La afferrò per un braccio e se la trovò completamente addosso. Non trattenne un brivido e guardandola senza mai spostare lo sguardo dai suoi occhi, la baciò in silenzio.
Muireann non si oppose ma rimaneva immobile, quasi insensibile alle braccia di Aymeric che la stringevano con forza sempre maggiore scivolando dalla schiena alle gambe che sollevò portandole sui fianchi. Solo allora Muireann si riscosse da quella specie di torpore che l’aveva attanagliata dal momento in cui era entrata in quell’acqua stranamente calda e viscosa e aderì completamente al corpo di Aymeric..
Passò un tempo lunghissimo in cui entrambi non dissero una parola, sotto le nubi scure che velavano e svelavano il cielo rincorrendosi basse, quasi a nasconderli.
Quando le nubi furono passate, Muireann si sciolse dall’abbraccio, nuotò verso la riva e uscì dall’acqua voltandosi verso il centro del Lago.
Aymeric era rimasto immobile ad ammirarla, i contorni della sua figura erano nascosti dalle ombre ma lui ne vedeva la Luce interiore e ne vedeva gli immensi occhi brillare. Muireann sorrise e si sdraiò sul muschio.
Aymeric la raggiunse con lentezza e con altrettanta calma si sdraiò accanto a lei che si era addormentata. Dormirono nudi sul muschio, in un silenzio irreale, quasi soli.
Verso il mattino infatti, Aymeric, che aveva aperto gli occhi per primo, notò che due rami del fitto cespuglio che aveva fatto loro da tetto durante la notte erano spezzati ed erano stati lasciati davanti ai loro piedi disposti ad “ X “.
“Muireann, svegliati”, la chiamò a voce bassissima Aymeric “ Questa notte qualcuno ci ha vegliati…”.
Muireann si tirò a sedere sul muschio già scaldato dai primi raggi e per istinto si coprì.
Aymeric rise di questo suo pudore e le disse baciandola: “ Da quando ti copri davanti a me? “Sorella”, non conosco questo tuo pudore. Non abbiamo mai avuto bisogno di abiti quando eravamo insieme”.
Muireann sorrise ricordando d’un tratto i loro giochi di bambini nel grande Parco della Casa, quando come due cerbiatti felici correvano nudi sotto gli occhi vigili delle Nutrici e vivevano un’Era di Gioia mangiando frutta dagli alberi e imparando a conoscere animali e piante della strana Terra dove erano stati condotti per essere allevati. In quella strana Casa dove erano stati portati per essere “educati”
Alzò gli occhi e disse d’istinto: “Aymeric, non mi sto nascondendo, sto proteggendo”.
Poi lo sguardo le cadde sui due rami e i grandi occhi verdi le si incupirono per lo sgomento…
si passò tutte e due le mani nei capelli e si accoccolò come faceva nella Casa della Vicaria quando aveva paura : “ Guarda come sono stati disposti, guarda come sono orientati. Si qualcuno ci ha vegliati stanotte e non ha preso le nostre vite, nonostante fossimo inermi. Ci ha lasciato un avvertimento. Ora giocherà con con noi come con la preda. Sii forte, Aymeric, sii forte…”
Poi si chiuse in un profondo silenzio, prese i due rami e li conficcò a terra recitando una formula mentre alzava le mani verso il Sole. La terra sembrò diventare come sabbie mobili sotto i loro piedi, fecero in tempo a saltare su uno spuntone di roccia e in pochi istanti tutto scomparve, i rami, il muschio, il lago, tutto inghiottito dalla Terra. Di quello che avevano visto non rimaneva più traccia. “ Andiamo” disse Muireann “ Devo trovare degli abiti e dobbiamo allontanarci verso Sud”
“Cosa c’è verso sud ?” chiese Aymeric. “La Nave” rispose Muireann “ Ricorda che ogni volta che vedrai un segnale come questo, devi andare nella direzione opposta. Questo era orientato a Nord, verso la porta dove passano i Morti, ancora un’ora di sonno e il suo potere sarebbe penetrato completamente in noi rendendoci suoi schiavi”. “Avremmo raggiunto i Morti?” chiese inquieto Aymeric. “ Si, per questo devi diventare Forte, la tua Mente deve essere come la Roccia su cui siamo ora”.
Aymeric, pensieroso, si tolse la camicia ornata di trine finissime e la fece indossare a Muireann. La guardò e le disse “ Sei bella come una Ninfa della Notte. Ma i tuoi piedi non possono sopportare il Cammino. Cercheremo uno dei Cavalli Selvaggi della Vicaria. Pascolano qui vicino, ne domerò uno per te”. Muireann con un lungo respiro si alzò dalla pietra dove si era seduta e si dispose a seguirlo ripromettendosi di non intralciare il Cammino, sopportando tutto nella certezza che dovevano arrivare all’ Approdo per Partire per il Viaggio...
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