venerdì 1 agosto 2014

Leontine- Seconda parte




Leontine esitò per qualche istante, incapace di muoversi, poi si 

lasciò trasportare dalla musica e cominciò a muoversi sinuosa abbracciando il palo come un’amante. Non si sentiva un respiro nella sala, ma le presenze erano percepibili dal miscuglio di odori e profumi che arrivavano da sotto il palco...fumo,cipria, sudore, deodorante e Dio sa cos’altro ancora…

Quando la musica si fermò, dal buio ci fu una applauso solitario e la voce di Lalique che diceva: “ Stasera, subito, cominci. Rimani li sopra, tra mezz’ora apriamo il locale, presto datele una Vodka “ e voltandosi verso Leontine, valutandone il corpo, commentò :”Farai una strage!” e rise di gusto. Poi, come colto da un pensiero improvviso aggiunse:”Fatti dare una parrucca colorata, i tuoi capelli sono troppo da ragazza del coro della parrocchia. Sei la mia leonessa ora. Devi incutere un certo timore negli uomini”.
Le portarono una parrucca rosa, un caschetto anni venti. Si sentiva ridicola e innaturale, ma la indossò e risalì sul palco appena in tempo per l’apertura del locale.
Era abitudine che le ragazze attendessero dietro le quinte il loro turno finchè un certo numero di avventori non si fosse accomodato ai piccoli tavoli traballanti dove erano posizionati bloc notes su cui potevano scrivere le preferenze e darli, insieme ad una mancia, alle cameriere che provvedevano a recapitarli alle ragazze.
La musica cominciò ad insinuarsi lenta e le prime ragazze, annoiate da un copione ripetitivo, cominciarono ad uscire sul palco. Erano tre brasiliane abbigliate con piume di pavone che cominciarono a muoversi su un samba scatenato, mentre le altre dietro le quinte fumavano, telefonavano, si sistemavano i costumi aiutandosi a vicenda e commentando in modo salace l’aspetto degli avventori.
Le si avvicinò Colette prendendola per la vita e dicendole: “Sei tesa? Questa parrucca non ti dona. Dovresti indossarne una nera liscia, con la frangia. Vestirti da Egiziana, insomma” e fece una risatina. Leontine la guardò e disse “Non so dove comprare le cose, ma qui non avete costumi di scena?” A questa domanda Colette rise di gusto e attrasse l’attenzione delle altre ragazze che ammiccarono verso Monsieur Lalique.
“La paga che ci da è sufficiente per sopravvivere. Per il resto...arrotondiamo” rispose una delle ragazze dando una sonora pacca sui glutei tondi e alti di Leontine, strizzandole l’occhio lasciva.
Il samba sfumava e le tre brasiliane arrivarono sudate dietro le quinte scontrandosi con le due ballerine che entrarono subito dopo preparandosi ad esibirsi acrobaticamente intorno al palo in un rock duro, vestite di pelle nera aperta sul seno e sul dietro che incorniciava, dando forma di cuore, curve esagerate gonfie di silicone.
L’ambiente cominciò a scaldarsi e un cliente saltò sul palco cercando di insinuare del denaro nel solco di uno di quei cuori di carne soda…
La ragazza rise...si dimenò per agevolare l’operazione e, ad un cenno di Lalique, scese dal palco trascinandosi dietro il cliente eccitatissimo e ritirandosi con lui nei bagni.
Le ragazze ridevano e commentavano in modo piccante la scena facendo scommesse: “ Tra quattro minuti usciranno” disse una biondina esile con le labbra rosso fuoco. “No, appena vedrà cosa nasconde quel cuore...saranno molti meno!” e tutte risero rumorosamente.
Leontine era curiosa, o per meglio dire inquieta…” Cosa nasconde ?” domandò . Colette, che ormai l’aveva sotto l’ala protettrice, le disse “ Sono molto ben allenate le sorelline “Hard Rock”. Giravano porno. Per loro aprire il cuore è una passeggiata poco dolorosa. Anzi direi che nemmeno se ne accorgono!”, e di nuovo suscitò l’ilarità delle altre.
Presa da quei discorsi e dalla tensione della sua imminente uscita su quel piccolo palco, Leontine non si era accorta che Lalique era poco distante, compreso ad osservarla mentre dava disposizioni agli attrezzisti.
Non appena la sorella rimasta sul palco finì il numero, mostrando scenograficamente il dito medio ai pochi avventori, il blues di poco prima che aveva accompagnato la sua prova invase di nuovo il locale...Leontine fu incitata ad andare verso il centro del palco al buio. Mentre muoveva i primi incerti passi, si accese il riflettore e vide davanti al palo la sedia di Sandrine.
Nello stesso momento uscivano dal bagno la ballerina rock e il cliente, visibilmente scosso.
Lei era divertita e dando un bacio all’omino che aveva appena ubriacato letteralmente di piacere, si voltò verso Leontine con un cenno d’approvazione per quello che era orgogliosamente svettante sulla sedia “ Fatti onore” le gridò “ Fai meglio di Sandrine...usalo!”..le urlò per sovrastare la musica...I clienti smisero di guardarsi intorno occhieggiando le cameriere senza biancheria e concentrarono l’attenzione su di lei...
Leontine si avvicinò al palo e cominciò a strofinarlo con la gamba con lentezza studiata, lo accarezzava con le mani avvolgendolo e lo sfiorava con le labbra muovendo le anche e inarcando la schiena. Mentre il pezzo saliva di intensità, lo lambì con la lingua dal basso all’alto e , sentendo rumoreggiare i clienti, che nel frattempo erano aumentati, si spostò dal palo alla sedia davanti che era lì, pronta per lei, e senza esitare volse le splendide spalle al pubblico e si chinò.
Da sotto gridavano eccitati, volevano vedere. Leontine li apostrofò con sguardo malizioso :”per voi , Signori, uno spettacolo di Magia! Ora c’è..ora non c’è più!”, e rise forte. Le ragazze da dietro le quinte, interruppero le varie attività e rimasero immobili a guardare cosa stava accadendo a pochi passi da loro.
L’odore dei respiri eccitati del locale salivi fin lì.
Leontine in quel momento si sentì invasa da un’energia che la spingeva ad darsi, in un’esibizione di se stessa senza freni. Si sfilò rapida il piccolo tanga e , coprendosi come vergognosa davanti con tutte e due le mani, si mise a cavalcioni sulla sedia dando ancora le spalle al pubblico…si avviciò cautamente alla punta del fallo che Monsieur Lalique aveva avuto la premura di far ungere con olio e si accoccolò lentamente tra le urla isteriche dei clienti che i buttafuori dovettero fermare prima che la assalissero.

Il blues finì, la luce si spense e Leontine si sfilò svelta dalla sedia, dolente, correndo dietro le quinte mentre ancora si corpiva con le mani. Colette le diede una vestaglia e un bacio in fronte dicendole: “Ne ho viste di cose, ma tu sei stata uno schiaffo in pieno viso”.
Leontine scappò in camerino senza rispondere, si sedette al tavolino da trucco togliendosi quella ridicola parrucca rosa e si passò le mani tra i capelli. In quel momento bussarono e subito dopo la porta si aprì senza che lei potesse rispondere.
Monsieur Lalique comparve sulla porta, si appoggiò con una spalla allo stipite, annuì col capo e le disse : “ Passa nel mio ufficio. Ti pago la serata e poi ceneremo insieme.Indossa gli abiti con cui sei venuta qui, non chiedere in prestito nulla di particolare alle ragazze, non devi sedurmi…”

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