Monsieur la invita per cenare, ma l'invito assume risvolti inaspettati...
I link alle parti precedenti : - Leontine: Parte Prima. - Leontine: Parte Seconda.
Monsieur Lalique tornò a bussare alla porta con impazienza. Leontine si affretto a dare gli ultimi colpi di spazzola ai capelli e, considerando il viso struccato, si disse tra se e se che poteva andar bene anche così per quella sera, in fondo il lavoro lo aveva avuto, o almeno ci aveva messo sopra una buona ipoteca.
Poteva rilassarsi. Andò ad aprire e trovò Lalique che le fece cenno di seguirla. la condusse giù per una scaletta ripida che terminava in un angusto pianerottolo su cui si apriva una porta di quercia scurissima, sporca, con una scritta : “ Direttore ” , sbilenca e incisa nel legno, dove c’erano ancora residui di lacca rossa, ”..lacca rossa..”, pensò Leontine.
Mentre pensava questo Lalique aprì la porta che non fece alcun rumore, nè sembrava spinta da alcuna mano e facendosi da parte la introdusse nel suo ufficio. “Uno sgabuzzino”, pensò Leontine, “e con un tremendo odore di fumo”. Esitò senza respirare prima di procedere verso la sedia alta e rivestita di un velluto arancio vivido, dove ai lati della seduta si vedeva il pelo del velluto consunto, come tirato via e nell’imbottitura dello schienale c’era un grosso buco, rivestito, quindi non procurato per un incidente.
Si sedette quasi sul bordo, rigida, cercando però di apparire disinvolta.
“Siediti per bene” la invitò Lalique, mentre girava intorno alla piccola scrivania particolarmente ordinata e si accendeva l’ennesimo sigaro.”Stai comoda, non ci metteremo molto”.
Leontine si appoggiò allo schienale e sentì che il buco si trovava proprio alla base dell’occipite. Ebbe un brivido, perchè nel frattempo, non appena Lalique accese le lampade ai due angoli della scrivania, l’ambiente prese vita, e emersero dalla penombra di poco prima le stesse figure intagliate nel legno e laccate in rosso che aveva visto nel Bistrot…
Lalique seguì lo sguardo di Leontine e la precedette nella domanda che lei stava per fargli…”Conosci già questo artista vero, mia bella ragazza?”.Leontine esitò, poi decise di fingere sicurezza e disse:”Ma naturalmente, non è la prima volta che vedo le sue opere in giro”. “Non ho dubbi, no..” replicò Lalique con un ghigno “Di sicuro ne avrai vista una di recente, non è cosi?” domandò sporgendosi ad afferrarle il mento con la mano “ Si…” rispose Leontine con voce tremante…”Era esposta in un bistrot”. “Ah, già..La cantina di Helle “ disse distrattamente Lalique
“Lo conoscete?” chiese Leontine mentre una strana sensazione la pervadeva “ Ma certamente, mia cara, è il mio locale..un'appendice di questo in cui ci troviamo ora”.
Leontine rispose con aria sorpresa: “Ma certamente..sono...devono essere collegati...La cantina di Helle….e questo..Helle-Queen”
Lalique di nuovo la precedette “ Curiosa coincidenza … tu incontri un’amica, l’amica ti raccomanda questo posto per lavorare, tu senza perdere tempo sei corsa qui, ed ora hai già i tuoi primi soldi in mano”, disse mentre le porgeva una discreta somma in banconote di taglio grosso
Leontine rigirava il denaro tra le mani come vergognosa.”Prendili, sono i tuoi.E’ la paga per stasera. In genere do molto meno alle ragazze, ma quello in più è perchè tu hai una marcia in più” Lalique parlava senza guardarla mentre si avvicinava alla parete di fondo, quella ricoperta dagli intarsi più fitti e rossi tanto da sembrare incapsulata in una colata di lava incandescente.
“Nemmeno Sandrine, la mia preferita, riusciva ad eccitarmi tanto, e nemmeno lei ha osato quello che hai osato tu...con quella sedia, mostrando al pubblico e alle ragazze cosa sai fare”
Leontine ascoltava confusa”Hai una preferenza per qualcuna delle ragazze? Ti piacerebbe Colette?” dicendo questo si voltò a guardarla.
Leontine stava in silenzio.
Allora Lalique le prese il viso tra le mani e le disse: ”Vieni, non dimenticare che sei mia ospite per ...cena”, pronunciando l’ultima parola dopo una pausa teatrale.
Leontine comprese subito che uno dei passaggi obbligati per uscire da quell’inferno era l’appoggio di Lalique e rispose : ”In verità preferirei la ragazza alta e magra, quella mascolina…”avendo intuito che Lalique si concedeva giochi in privato con le ragazze e che quella che lo soddisfaceva di più era destinata ad uscire da quel ghetto egregiamente, dalla porta principale. Le altre rimanevano in quell’ambiente sordido e aveva fatto in tempo a sentire un commento di due delle ragazze nei camerini su strane sparizioni di qualcuna delle ragazze che dalla sera al mattino non si ripresentavano più al lavoro. In quelle circostanze appariva sempre Sandrine e le ballerine sembravano averne paura e così ne parlavano a bassissima voce.
Lalique annuì soddisfatto e spinse indietro il pannello che ruotò su se stesso.
Con sorpresa e sgomento Leontine vide che sulla parte che aveva ruotato c’era un trono in legno su cui era seduta una Sandrine inedita, nuda e con soltanto un paio di slip in pelle nera al quali era attaccata un’appendice…
Un schiocco di dita di Lalique diede il via ad una gioco in cui la ragazza simulava un atto di autoerotismo con l’appendice fittizia mentre Lalique assisteva denudato dalla vita in giù in attesa di avvicinarsi a lei carponi per dare il via alla seconda parte del gioco..
Dal punto in cui si trovava Leontine non poteva accorgersi di un particolare: le gambe di Lalique, che da lontano apparivano insolitamente muscolose e villose dato che in controluce si vedeva un fitto pelo ondeggiare.
Fu quando Lalique le fece cenno di accostarsi che Leontine si spaventò davvero:
Le gambe erano grandi nella parte superiore e ricoperte di un pelo fittissimo e riccio, e si assottigliavano sotto terminando con un’unghia … uno zoccolo...che batteva ritmicamente sul pavimento a dare il tempo a Sandrine ….Leontine era fortemente eccitata dall’odore selvatico che emanava da quei ricci e senza esitare si inginocchiò tra le gambe di Lalique che stavano serrate . Come fu abbastanza vicina, l’uomo le aprì di scatto e come un pupazzo a molla saltò su qualcosa di mai visto, impossibile da gestire per una donna che fosse umana, “Forse”, pensò Leontine " Forse un’aliena.”e sorrise a questa sua battuta..Lalique le rispose rapido come se lei avesse parlato a voce alta…”Lo reggerai. E se non lo reggerai non potrai mai dirlo a nessuno. Nessuna delle ragazze è mai uscita di qui senza aver compiuto questo rito..e come vedi sono tutte in ottima salute” e rise forte mentre la guardava indietreggiare.
Leontine fece l'atto di fuggire come presa dal panico, ma la voce dolce di Sandrine la richiamò indietro “Amica mia, questo è il grazie per averti tolta dalle difficoltà? Non puoi farmi sfigurare..avanti sottomettiti al Padrone” e dicendo questo le fece un cenno d’intesa.
Leontine chinò il capo e nello stesso momento Lalique la raggiunse saltellando sugli zoccoli, e senza preamboli la afferrò per la vita.
Sandrine si avvicinò, e mentre Lalique era ancora inginocchiato in adorazione di Leontine, si mise a cavalcioni su di lui ricordando a Leontine l’episodio tra loro nel Bistrot...Leontine sorrise mentre Lalique si contorceva e invocava un nome..e alla fine quel “nome” comparve da dietro il trono di legno...era la ragazza mascolina che Leontine aveva detto di preferire. Aveva un corpo scolpito come di qualcuno che praticasse il body building, le vene grosse in evidenza pulsavano e il seno minuscolo era una piccola escrescenza. Armata soltanto delle sue mani dalle unghie lunghissime e terminanti in cappucci di metallo..
...il vecchi capro ora era incontrollabile, come un cavallo selvaggio spingeva via la ragazza dal corpo di uomo scalciando e urlando. Leontine vide che Lalique volgeva lo sguardo terribile verso di lei , allora Sandrine sorrise e disse” Monsieur, Date modo a Leontine di mostrarvi le sue abilità” “Un’altra lingua lunga, capace solo di vantarsi..." commentò Lalique e si rimise nella posizione che preferiva con sguardo di sfida e impazienza:”Sbrigati se non vuoi che ci ripensi”
Monsieur Lalique tornò a bussare alla porta con impazienza. Leontine si affretto a dare gli ultimi colpi di spazzola ai capelli e, considerando il viso struccato, si disse tra se e se che poteva andar bene anche così per quella sera, in fondo il lavoro lo aveva avuto, o almeno ci aveva messo sopra una buona ipoteca.
Poteva rilassarsi. Andò ad aprire e trovò Lalique che le fece cenno di seguirla. la condusse giù per una scaletta ripida che terminava in un angusto pianerottolo su cui si apriva una porta di quercia scurissima, sporca, con una scritta : “ Direttore ” , sbilenca e incisa nel legno, dove c’erano ancora residui di lacca rossa, ”..lacca rossa..”, pensò Leontine.
Mentre pensava questo Lalique aprì la porta che non fece alcun rumore, nè sembrava spinta da alcuna mano e facendosi da parte la introdusse nel suo ufficio. “Uno sgabuzzino”, pensò Leontine, “e con un tremendo odore di fumo”. Esitò senza respirare prima di procedere verso la sedia alta e rivestita di un velluto arancio vivido, dove ai lati della seduta si vedeva il pelo del velluto consunto, come tirato via e nell’imbottitura dello schienale c’era un grosso buco, rivestito, quindi non procurato per un incidente.
Si sedette quasi sul bordo, rigida, cercando però di apparire disinvolta.
“Siediti per bene” la invitò Lalique, mentre girava intorno alla piccola scrivania particolarmente ordinata e si accendeva l’ennesimo sigaro.”Stai comoda, non ci metteremo molto”.
Leontine si appoggiò allo schienale e sentì che il buco si trovava proprio alla base dell’occipite. Ebbe un brivido, perchè nel frattempo, non appena Lalique accese le lampade ai due angoli della scrivania, l’ambiente prese vita, e emersero dalla penombra di poco prima le stesse figure intagliate nel legno e laccate in rosso che aveva visto nel Bistrot…
Lalique seguì lo sguardo di Leontine e la precedette nella domanda che lei stava per fargli…”Conosci già questo artista vero, mia bella ragazza?”.Leontine esitò, poi decise di fingere sicurezza e disse:”Ma naturalmente, non è la prima volta che vedo le sue opere in giro”. “Non ho dubbi, no..” replicò Lalique con un ghigno “Di sicuro ne avrai vista una di recente, non è cosi?” domandò sporgendosi ad afferrarle il mento con la mano “ Si…” rispose Leontine con voce tremante…”Era esposta in un bistrot”. “Ah, già..La cantina di Helle “ disse distrattamente Lalique
“Lo conoscete?” chiese Leontine mentre una strana sensazione la pervadeva “ Ma certamente, mia cara, è il mio locale..un'appendice di questo in cui ci troviamo ora”.
Leontine rispose con aria sorpresa: “Ma certamente..sono...devono essere collegati...La cantina di Helle….e questo..Helle-Queen”
Lalique di nuovo la precedette “ Curiosa coincidenza … tu incontri un’amica, l’amica ti raccomanda questo posto per lavorare, tu senza perdere tempo sei corsa qui, ed ora hai già i tuoi primi soldi in mano”, disse mentre le porgeva una discreta somma in banconote di taglio grosso
Leontine rigirava il denaro tra le mani come vergognosa.”Prendili, sono i tuoi.E’ la paga per stasera. In genere do molto meno alle ragazze, ma quello in più è perchè tu hai una marcia in più” Lalique parlava senza guardarla mentre si avvicinava alla parete di fondo, quella ricoperta dagli intarsi più fitti e rossi tanto da sembrare incapsulata in una colata di lava incandescente.
“Nemmeno Sandrine, la mia preferita, riusciva ad eccitarmi tanto, e nemmeno lei ha osato quello che hai osato tu...con quella sedia, mostrando al pubblico e alle ragazze cosa sai fare”
Leontine ascoltava confusa”Hai una preferenza per qualcuna delle ragazze? Ti piacerebbe Colette?” dicendo questo si voltò a guardarla.
Leontine stava in silenzio.
Allora Lalique le prese il viso tra le mani e le disse: ”Vieni, non dimenticare che sei mia ospite per ...cena”, pronunciando l’ultima parola dopo una pausa teatrale.
Leontine comprese subito che uno dei passaggi obbligati per uscire da quell’inferno era l’appoggio di Lalique e rispose : ”In verità preferirei la ragazza alta e magra, quella mascolina…”avendo intuito che Lalique si concedeva giochi in privato con le ragazze e che quella che lo soddisfaceva di più era destinata ad uscire da quel ghetto egregiamente, dalla porta principale. Le altre rimanevano in quell’ambiente sordido e aveva fatto in tempo a sentire un commento di due delle ragazze nei camerini su strane sparizioni di qualcuna delle ragazze che dalla sera al mattino non si ripresentavano più al lavoro. In quelle circostanze appariva sempre Sandrine e le ballerine sembravano averne paura e così ne parlavano a bassissima voce.
Lalique annuì soddisfatto e spinse indietro il pannello che ruotò su se stesso.
Con sorpresa e sgomento Leontine vide che sulla parte che aveva ruotato c’era un trono in legno su cui era seduta una Sandrine inedita, nuda e con soltanto un paio di slip in pelle nera al quali era attaccata un’appendice…
Un schiocco di dita di Lalique diede il via ad una gioco in cui la ragazza simulava un atto di autoerotismo con l’appendice fittizia mentre Lalique assisteva denudato dalla vita in giù in attesa di avvicinarsi a lei carponi per dare il via alla seconda parte del gioco..
Dal punto in cui si trovava Leontine non poteva accorgersi di un particolare: le gambe di Lalique, che da lontano apparivano insolitamente muscolose e villose dato che in controluce si vedeva un fitto pelo ondeggiare.
Fu quando Lalique le fece cenno di accostarsi che Leontine si spaventò davvero:
Le gambe erano grandi nella parte superiore e ricoperte di un pelo fittissimo e riccio, e si assottigliavano sotto terminando con un’unghia … uno zoccolo...che batteva ritmicamente sul pavimento a dare il tempo a Sandrine ….Leontine era fortemente eccitata dall’odore selvatico che emanava da quei ricci e senza esitare si inginocchiò tra le gambe di Lalique che stavano serrate . Come fu abbastanza vicina, l’uomo le aprì di scatto e come un pupazzo a molla saltò su qualcosa di mai visto, impossibile da gestire per una donna che fosse umana, “Forse”, pensò Leontine " Forse un’aliena.”e sorrise a questa sua battuta..Lalique le rispose rapido come se lei avesse parlato a voce alta…”Lo reggerai. E se non lo reggerai non potrai mai dirlo a nessuno. Nessuna delle ragazze è mai uscita di qui senza aver compiuto questo rito..e come vedi sono tutte in ottima salute” e rise forte mentre la guardava indietreggiare.
Leontine fece l'atto di fuggire come presa dal panico, ma la voce dolce di Sandrine la richiamò indietro “Amica mia, questo è il grazie per averti tolta dalle difficoltà? Non puoi farmi sfigurare..avanti sottomettiti al Padrone” e dicendo questo le fece un cenno d’intesa.
Leontine chinò il capo e nello stesso momento Lalique la raggiunse saltellando sugli zoccoli, e senza preamboli la afferrò per la vita.
Sandrine si avvicinò, e mentre Lalique era ancora inginocchiato in adorazione di Leontine, si mise a cavalcioni su di lui ricordando a Leontine l’episodio tra loro nel Bistrot...Leontine sorrise mentre Lalique si contorceva e invocava un nome..e alla fine quel “nome” comparve da dietro il trono di legno...era la ragazza mascolina che Leontine aveva detto di preferire. Aveva un corpo scolpito come di qualcuno che praticasse il body building, le vene grosse in evidenza pulsavano e il seno minuscolo era una piccola escrescenza. Armata soltanto delle sue mani dalle unghie lunghissime e terminanti in cappucci di metallo..
...il vecchi capro ora era incontrollabile, come un cavallo selvaggio spingeva via la ragazza dal corpo di uomo scalciando e urlando. Leontine vide che Lalique volgeva lo sguardo terribile verso di lei , allora Sandrine sorrise e disse” Monsieur, Date modo a Leontine di mostrarvi le sue abilità” “Un’altra lingua lunga, capace solo di vantarsi..." commentò Lalique e si rimise nella posizione che preferiva con sguardo di sfida e impazienza:”Sbrigati se non vuoi che ci ripensi”
Leontine era sempre più irritata per l’atteggiamento di Lalique...Si mise in ginocchio dietro di lui, allungò la mano verso la sua nuca e strinse con forza che allo stesso Lalique parve insolita , il collo, bloccandolo.
Ci fu un momento di silenzio irreale poi un urlo straziante.Lalique urlava come un animale ferito mentre Leontine, trasfigurata, incombeva su di lui.
“Pietà, non avevo capito che eri Tu” implorò Lalique sgusciando fuori svelto e grondante dalle mani di Leontine e andandosi a rifugiare dolente in un angolo.
Leontine in piedi svettava fiera su di lui, imponente.
Lalique tremante si avvicinò alla scrivania e porse a Leontine una chiave. Leontine,con gran sorpresa di Sandrine, la prese con l’atteggiamento di chi si riappropria di una cosa sua, e disse ghignando a Lalique: “Avevate ragione, Monsieur, non dovevo sedurVi, già vi ho in pugno…” e si voltò per uscire mostrando il pugno chiuso a Lalique e mandando un bacio a fior di labbra a Sandrine, rimasta in piedi, sgomenta…
#nessunoenessuno
Ci fu un momento di silenzio irreale poi un urlo straziante.Lalique urlava come un animale ferito mentre Leontine, trasfigurata, incombeva su di lui.
“Pietà, non avevo capito che eri Tu” implorò Lalique sgusciando fuori svelto e grondante dalle mani di Leontine e andandosi a rifugiare dolente in un angolo.
Leontine in piedi svettava fiera su di lui, imponente.
Lalique tremante si avvicinò alla scrivania e porse a Leontine una chiave. Leontine,con gran sorpresa di Sandrine, la prese con l’atteggiamento di chi si riappropria di una cosa sua, e disse ghignando a Lalique: “Avevate ragione, Monsieur, non dovevo sedurVi, già vi ho in pugno…” e si voltò per uscire mostrando il pugno chiuso a Lalique e mandando un bacio a fior di labbra a Sandrine, rimasta in piedi, sgomenta…
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