domenica 21 giugno 2015

Il Giorno Dopo


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Le fredde luci dell’alloggio annunciarono che il Sole era sorto ma per loro, per quei quattro ragazzi, il Giorno non sarebbe ancora arrivato.
Sapevano che non sarebbe stato facile sopravvivere lì, su quella nave divenuta per molti l’Inferno.


In quelle poche ore che li separavano dalla “Sveglia Generale” non dormirono, si tennero uniti col pensiero, facendosi forza, promettendosi di non cadere nell’Ombra.
Michele, il più grande del gruppo, restò in piedi, nei pressi delle brande dei suoi compagni, a impedire che qualche “anziano” insonne potesse fare qualche scherzo di cattivo gusto: era tradizione presentarsi con qualche gavettone d’urina o macchiando il viso del povero malcapitato con della cromatina nera.
Era una persona di poche parole Michele, bastava osservare la sua figura imponente per capire che con lui non conveniva discutere, ma il suo silenzio era spesso per ascoltare cosa accadeva intorno e, quella notte, sentiva il gemito delle anime dannate che s’intrecciavano alla ricerca di sollievo dall’eterno dolore.
Una voce stridula, quasi metallica, annunciava, via interfono, l’ordine di prepararsi per l’assemblea generale sul ponte di coperta. L’alloggio era un brulicare di persone che meccanicamente, senza nessun animo, compivano le loro pratiche mattutine.
I quattro ragazzi erano frastornati ma vedevano la stessa cosa: uomini pallidi e privi di spirito incatenati al freddo involucro di ferro galleggiante.
Un ultimo cenno d’intesa tra i quattro e ognuno si accinse a prepararsi.
Gabri ruppe un laccio delle scarpe :”Brutto segno, mi sa che non sarà per niente facile” pensò tra sè. Veniva da una famiglia legata alla terra,dove le donne effettuavano riti propiziatori perchè fosse fertile, e lui aveva ereditato dalla nonna il saper riconoscere certi segni.
Chinato, intento a riparare quel laccio rotto, Gabri, non badò alla presenza della figura dinanzi a lui. Uno sputo sulla sua scarpa al quale seguirono le parole :”Lucidale bene queste scarpe, e poi passa da me a lucidare le mie, novellino!!”.L’Anziano davanti a lui, iniziò a ridere a squarciagola, cercando di catturare l’attenzione degli altri.
Gabri si alzò di scatto.D’un tratto il suo sguardo diventò duro, i suoi occhi si accesero della luce che portava sempre con se, fissando con sfida chi aveva osato imbrattargli la scarpa. In quell’attimo non aveva paura delle conseguenze che ci sarebbero state per chi reagisce ad un Anziano.
Simone,conosceva bene il suo amico e subito si interpose tra i due.Poggiando la mano sul petto,guardò fisso negli occhi di Gabri e sorridendo disse : "Beh, usanza vuole che i più "giovani" aiutino i più "vecchi", ed io voglio partecipare anch'io, pulendo gli scarponi!". Sembrava entusiasta della cosa,meravigliando l'anziano che,distolto lo sguardo da Gabri, rispose: 
"Giovanotto,sei saggio.Terrò conto della tua proposta." e se ne andò sodisfatto.
Questo riuscì a scongiurare il peggio,intanto Gabri sentiva la pressione della mano di Simone tanto forte da fargli mancare il fiato,ma necessaria per far calare la sua rabbia :"Perchè...?" gli chiese sottovoce. Simone scosse la testa e seccamente rispose :"Non è il momento,non è il momento di "Accendersi" ". Gabri annuì,rendendosi conto che stava per commettere un grave errore, Simone abbracciò forte il suo compagno e sapeva bene che doveva tenere d'occhio gli altri affinchè non si cacciassero nei guai.
Sicuramente meno carismatico lo era Rafael. Figlio di un luminare della medicina,aveva deciso di fare la leva dopo la laurea in psicologia,perchè lo riteneva formativo e non se la sentiva di affrontare la giungla del lavoro.
Aveva scelto di stare con Michele,Gabri e Simone,semplicemente perchè gli trasmettevano "buone sensazioni" e poi, erano gli unici che ascoltavano i suoi discorsi sulla psico-analisi.
Non c'era più tempo per i ricordi,seppur addolcissero quel luogo infestato da demoni,l'altoparlante chiamava l'assemblea mattutina sul ponte di coperta.

Iniziava il primo giorno per il quattro ragazzi,il Giorno Dopo era arrivato.

#nessunoenessuno


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