"Prestissimo" pensò, non trattenendo un piccolo sbadiglio. Si sentiva ancora intorpidita dopo il lungo sonno e nemmeno il caffè italiano che la premurosa Minette, la giovane cameriera della Provenza che aveva voluto al suo servizio, le aveva servito a letto, massaggiandole le gambe mentre lo sorseggiava pensierosa era riuscito a scuoterla.
A dire il vero era stato proprio quel massaggio appena accennato che la giovane donna le aveva fatto, intuendo la sua tensione, ad averla incoraggiata ad uscire dal letto, concedersi una doccia calda e decidere di accettare l'invito di Francine, la cara amica di sua madre, nell' elegante centro estetico nel cuore delle città.
Mentre si insaponava sotto la doccia si chiese perchè Minette non avesse proseguito il massaggio e si sorprese a pensare che le sarebbe piaciuto sentire le piccole dita della ragazza su, in alto fino alle cosce...
Sorrise sorniona e lasciò che la spugna ruvida la svegliasse vigorosamente.
Usci dalla doccia presentandosi nuda a Minette che si affrettò ad avvolgerla in un telo enorme e si lasciò frizionare godendo della pressione imbarazzata delle mani della ragazza sul suo corpo. Invitandola con lo sguardo ad osare.
Quando uscì era l'immagine della quiete. Un abito leggero che le aderiva addosso e tacchi alti senza calze sulle gambe bianchissime.
I capelli ancora umidi, profumavano e Cecile si abbandonava al profumo e al vento che le faceva avere piccoli brividi che la stoffa tesa evidenziava.
L'autista le aprì la portiera e l'aiutò a salire, Cecile sorrise e nel sedersi fece risalire l'abito su, fin quasi l'orlo delle mutandine di seta, sapendo che l'uomo avrebbe avuto una reazione. Le piaceva sentirsi tutta quella sensualità addosso.
Durante il tragitto non riusciva a stare ferma e le mani correvano nervosamente dalla borsa che verificava spesso come ad accertarsi che ci fosse tutto, alla scollatura che tormentava passandoci ripetutamente un dito dentro fino a schiacciare i piccoli, turgidi ribelli che quasi beffardi cercavano di sfidare la resistenza della stoffa leggera.
L'autista occhieggiava dallo specchietto e cercava di dominare il suo imbarazzo. Cecile, divertita, gli ricordò che erano arrivati.
Scese pigramente e si avviò verso l'ampia vetrata d'ingresso dell'elegante Spa che brillava come una gemma tra le facciate annerite dal tempo della parte vecchia della città.
Fu fatta entrare subito in un salottino riservato e le fu dato un accappatoio di cotone leggero, con un taglio a kimono, lungo, con un'alta fascia in vita. Cecile stava ancora cercando di capire come quella fascia si dovesse indossare quando, avvertendo il rumore della porta che si apriva, alzò gli occhi e vide comparire un viso abbronzato e sorridente :" Buenas dias, Senora, yo soy Flora" e senza aspettare risposta si avvicinò premurosa a cingerle la vita con quella fascia.
" Flora...buongiorno a te. Io sono Cecile, Madame Francine mi aspetta..." " Yo sabe", rispose Flora continuando ad impegnarsi con quella cintura e stringendola forte intorno alla vita di cecile che fece un gesto di fastidio. Flora alzò lo sguardo, era piccola, come le peruviane, e in carne e nonostante cecile avesse tolto gli alti sandali , le arrivava più o meno all'altezza del collo.
Con un certo imbarazzo, misto ad eccitazione, Cecile notò che il visetto arguto della ragazza si poggiava sul suo seno ad ogni movimento.
" Finito, Signora, ora siete perfetta". Cecile si guardò allo specchio che aveva di lato e gettò un'occhiata alla ragazza : " Flora, perfetta per cosa? Questa cintura mi toglie il respiro!". Flora non rispose, le indicò la porta e la introdusse nella cabina dove un lettino scaldato la aspettava.
" Sdraiatevi e chiudete gli occhi, penso a tutto io", disse con voce morbida e bassa Flora, mentre una musica come una nenia cominciava a saturare l'aria......
#nessunoenessuno
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