venerdì 13 giugno 2014

Nadine

La scala di metallo risuonava ritmicamente sotto i tacchi che la calpestavano.
Passi frettolosi.
Xavier immaginava l'ancheggiare sopra le scarpe di raso nero, e ad ogni nota emessa dalla scala vedeva i fianchi muoversi.
Un gemito più forte della scala e i passi si fermarono.
Allora aprì la porta.
Nadine era rimasta ferma, senza suonare. Sapeva che i suoi passi la avevano annunciata.
Con un gesto deciso le afferrò un braccio mentre richiudeva la porta dietro di se' in silenzio e, senza allentare la presa, la condusse su una poltrona dove la costrinse a sedere.
Con un cenno le indicò la corda accuratamente arrotolata sul piccolo tavolo in bois de rose di fronte a lei.
Nadine rimase immobile.  Xavier ripetè il gesto mentre i suoi occhi si indurivano.
Nadine fece un gesto di diniego con la testa, di nuovo.
Xavier, con due passi rapidi le fu addosso. Insinuò una gamba tra le sue, serrate.Iniziò a far forza col ginocchio,aiutandosi col peso del corpo ,spingendosi  in avanti. Ad ogni pressione del ginocchio la tensione cresceva. Ne avvertiva l'avvicinarsi...
Mentre alzava gli occhi per guardarlo, certa di quello che la aspettava, lui bruscamente si tiro' indietro e fece un cenno con le dita...dall'angolo in ombra della stanza emerse una figura...
Avanzava lentamente e man mano che avanzava Nadine cominciava a distinguerne la forma, a delinearne i contorni.
Quando si immerse nel cono di luce della lampada di cristallo puntata direttamente sulla poltrona, sussultò:
il Maestro! Riconobbe l'uomo che molte sere prima si era presentato a lei nel camerino del piccolo teatro dove si esibiva in un numero di lap dance incatenata al palo con un collare e che si era prodotto in un galante baciamano a lei, ma anche a Xavier...
Xavier si tirò rispettosamente indietro con un piccolo inchino, mentre Nadine tra la sorpresa e lo sconcerto spostava rapida lo sguardo dall'uno all'altro.
Gli occhi pesantemente truccati avevano attratto il Maestro che le prese il viso con due dita scoprendosi la testa coperta da un cappuccio nero da penitente e la baciò a lungo insinuandosi tra le labbra che si arrendevano a quel bacio penetrante.
Nadine era presa come in un incantesimo da quel bacio tanto da non accorgersi che Xavier, nel frattempo, aveva acceso quattro candele ai quattro angoli della stanza e nello spazio di quel quadrato, aveva disegnato un ampio, regolare cerchio con un carbone preso dall'enorme camino che si trovava alla spalle della poltrona.
Non appena chiuso il cerchio, Xavier si rialzò, si denudò e presa da terra una grossa ciotola di vetro, si versò l'acqua che conteneva in testa lasciando che gli scorresse sul corpo muscoloso. Terminato quel lavacro entrò solennemente in quello spazio, sedendovisi al centro a gambe incrociate e mani sul grembo.
Il Maestro si raddrizzò e allungò la mano verso corda. La prese e la arrotolò intorno al pugno tenendo un capo teso con l'altra mano quasi a saggiarne la resistenza e prendendole delicatamente una mano le annodò un capo strettamente al polso e l'altro ad un anello fissato a terra.
Nadine cominciò a sentire una strana inquietudine. Tutto si svolgeva in silenzio, rotto solo dal rumore degli oggetti che venivano spostati e dal respiro lieve del Maestro e di Xavier che, seduto nel cerchio, inspirava ed espirava profondamente, come in meditazione.
Era sorpresa perchè non le veniva chiesto di fare nulla di quello che era abituata a fare con due uomini.
Era sorpresa perchè, a ben pensare, il giorno prima le era stato recapitato un pacco da parte di Xavier contenente non solo la cifra  che aveva richiesto per una notte "particolare", ma anche uno strano anello di misura molto grande, d'oro, con piccoli grani pungenti, che le era stato chiesto di portare con se' all'appuntamento.
Il Maestro le frugò nelle tasche e  tirò fuori l'anello. Lo contemplò soddisfatto alla luce della lampada e poi insinuò una mano sotto l'impermeabile nero di Nadine e lo poggiò con attenzione sulle sue gambe chiuse premendo per assicurarlo bene dove le gambe si univano serrando il vertice.
La imbavagliò con un fazzoletto di lino candido e la lasciò per dirigersi verso il cerchio.
Xavier, all'avvicinarsi del Maestro, distese le gambe e si lasciò scivolare sul pavimento. Il Maestro, sciolse i lacci che tenevano la veste e la fece cadere a terra rimanendo  con indosso soltanto un'alta cintura di cuoio a stringergli la vita, corredata di un grosso anello di ferro sul davanti.
Entrò nel cerchio e con un unico gesto vigoroso sollevò il bacino di Xavier, poi si voltò...in quel momento Nadine gridò, sebbene soffocata dal bavaglio. Quello che uscì fu un gemito e il Maestro rise soddisfatto..una risata che ne rivelava il timbro profondo. Le disse " Hai un braccio libero, usalo, prendi il monile e fallo rotolare fino a me".
Nadine , affascinata dalla voce calda dell'uomo arrivò a prendere l'anello che aveva assorbito il suo calore e lo fece rotolare sul pavimento di legno lucido.
Il Maestro le disse ancora : " La corda è lunga a sufficienza per avvicinarti al cerchio senza entrare. Avvicinati e inginocchiati"
Si alzò lentamente, facendo rumore con i tacchi sul legno e arrivata davanti al Maestro si chinò. Allora l'uomo si sporse in avanti ad oltrepassare col bacino il diametro del cerchio sempre tenendo  ferme le gambe di Xavier e le presentò l'oggetto cui l'anello era destinato.
Aprì la mano e disse :" Con questo anello tu, celebrerai il Rito...come una Sacerdotessa..."
Nadine sgomenta, respirò a fondo ostacolata dal fazzoletto e, ansimando, infilò l'anello dove doveva disponendosi a condurre a compimento l' Opera richiesta: congiungere due in un essere solo.
Le fu impedito di oltrepassare il cerchio durante il rito e di compiere qualsiasi atto.  L'unica cosa che le fu concessa fu di assistere senza mai voltare la testa.
Al termine , dopo un lunghissimo sguardo, i due uomini si separarono, e Xavier in piedi, alto e luminoso, con un balzo da fauno fu fuori del perimetro "sacro", trasformato negli occhi.
La prese di nuovo con forza per un braccio senza parlare come quando l'aveva trascinata dentro al suo arrivo e la condusse oltre la porta richiudendola alle sue spalle.
Nadine , stordita, rimase a lungo davanti alla porta chiusa, imprimendosi nella memoria ogni venatura di quel legno scuro, ogni intarsio . Poi si riscosse e, senza forze, cominciò a scendere  le scale ma senza rumore acuto questa volta. Era un suono greve, un suono di fine.
Era quasi mattino per strada, l'aria era fredda, la strada scivolosa e scura.
Si vide riflessa e distorta in una pozza d'acqua e capì...
Xavier le aveva chiesto di completarlo e lei aveva capito che doveva unirsi a lui come "altra metà".
Xavier le aveva chiesto invece di fare di lui la Donna che gli mancava e di lei stessa l'Uomo che le mancava.
Nadine alzò la testa e vide in quel momento la Luna a metà del suo ciclo e capì...era ancora una donna a Metà...


#nessunoenessuno









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